Cerchi una meta per il tuo primo viaggio in solitaria? Scegli Lanzarote!

Oramai mi conosco, superati i trenta sono arrivata alla conclusione che, laddove non riesco a cambiarmi o migliorarmi, vale più la pena accettarmi.

Di cosa sto parlando? Beh, ad esempio del fatto che, nonostante la resilienza ed una buona dose di senso di colpa insidiatosi probabilmente ai tempi del catechismo, non riesco a soffocare la mia voglia irrefrenabile di libertà e di evasione, che spesso mi porta ad essere insofferente verso gli schemi predefiniti, le imposizioni e la routine del vivere a metà.

Sono sicura di non essere l’unica persona che prova sensazioni simili, credo che oltretutto sia una condizione molto comune tra noi travelholic.

Sapete allora cosa ho fatto, e cosa consiglio a tutti di fare, per liberare il corpo e la mente, ricaricarsi, guarirsi e rigenerarsi?

Un viaggio. Ma non un viaggio qualsiasi. Un viaggio da soli. Nello specifico, un viaggio da soli a Lanzarote.

Lanzarote è una isola unica nel suo genere: un mix di sapori spagnoli e aria del deserto africano, tra bruni paesaggio lunari e acque blu cobalto.

E’ l’isola più nord orientale dell’arcipelago delle Canarie ed è sicuramente molto turistica, ma mai troppo affollata, dove si può trascorrere giornate di pace e solitudine in mezzo alla natura, tanto quanto cedere un po’ al turismo materialista tra shopping e pub (che male non fa).

La fortuna di Lanzarote è sicuramente che, oltre ad essere stata benedetta da Madre Natura, è stata protetta dall’artista e progettista César Manrique.

Manrique fu un vero e proprio pioniere dell’ecologismo che, oltre a creare opere di sublime connubio tra arte e natura, ha fatto in modo che tutte le case dell’isola fossero basse, bianche con le porte verdi, nel rispetto e nell’esaltazione del patrimonio naturale circostante.

Ora vi racconto come ho vissuto io questa ventata di aria fresca (letteralmente direi, perchè la ventosità è una caratteristica dell’isola!) nella bella isola di Lanzarote.

Premessa: per visitare Lanzarote è consigliato il noleggio di un auto, ma io, non essendo una gran guidatrice e viaggiando da sola, ho preferito evitare e mi sono mossa con gli autobus, che comunque permettono di poter raggiungere il luoghi principali dell’isola.

L’appartamento a Puerto del Carmen

Per godermi al meglio questa fuga e sentirmi un po’ anch’io una abitante dell’isola, ho optato per un modesto e confortevole Airbnb a Puerto del Carmen.

Il guardiano dell’appartamento

Puerto del Carmen è una delle principali località turistiche di Lanzarote e si trova in una posizione strategica: vicino all’aeroporto, ottimo punto di partenza per le escursioni e vi si trovano inoltre molti ristoranti, bar e negozi.
La cosa che ho amato di più è decisamente stata la passeggiata lungomare, che porta dalla grande spiaggia chiamata appunto Playa Grande alla più nascosta, anche se decisamente più affollata a causa delle modeste dimensioni, spiaggia di Playa Chica.
La sabbia di queste spiagge è di un bel colore dorato, intervallato dalle rocce scure ed il mare è blu profondo, con acque limpide e fresche.

Un selfie a Playa Grande
Le acque cristalline di Playa Chica

Un’altro dettaglio che ho apprezzato molto durante le lunghe camminate dal mio piccolo appartamento fino al porticciolo di Puerto del Carmen, è stato notare che le persone ti sorridono quando incontri il loro sguardo e puoi facilmente trovare qualcuno con cui fare quattro chiacchiere, che siano autoctoni o i tanti espatriati da varie parti d’Europa.
Questa cittadina è bella sia la mattina presto, quando si risveglia lentamente, popolata solo da sportivi alle prese con la quotidiana corsetta, quando la spiaggia è ancora deserta e si sente solo il rumore delle onde, sia al tramonto, momento ideale per sorseggiare un buon cocktail in uno dei suoi numeri locali.
A questo proposito, il mio preferito è il Caffè la Ola, una suggestiva location sul mare con arredamento etnico e ottimo cibo!

La spiaggia di Puerto del Carmen con le luci del tramonto

Le spiagge di Papagayo

Il Parco naturale Los Ajaches custodisce le più belle spiagge di Lanzarote da Playa Mujeres a Playa Papagayo, con vista sulla vicina isola di Fuerteventura.
Vengono chiamate spiagge del Papagayo poiché la spiaggia del Papagayo, che è l’ultima situata sul cammino verso la punta estrema dell’isola, è la più famosa e fotograta.
Per raggiungere questo paradiso di acque turchesi sul sfondo vulcanico, bisogna arrivare fino a Playa Bianca (in autobus nel mio caso) e poi addentrarsi a piedi in un sentiero panoramico che dura circa 40 minuti e lungo il quale si possono scattare splendide foto.
Per vivere al meglio una giornata in questo bellissimo parco, bisogna munirsi di cappellino, lozione solare (io mi sono ustionata nonostante la protezione 50!), acqua e magari qualche provvista, perchè c’è solo un piccolo chirinquito in tutta la zona.

 

Uno scorcio sulle spiagge del Papagayo

Le opere di Cesar Manrique

Vi ho già presentato il grande Cesar Manrique, quindi è ora di approfondire meglio il tema raccontavi di due dei tanti luoghi meravigliosi ideati da lui: il Jardin de Cactus e il Jameo del Agua.
Il Jardin de Cactus è un luogo surreale ed unico al mondo, che io ho adorato, essendo una grande fan dei cactus (forse perchè sono le uniche piante che non riesco ad uccidere…).
Si tratta di una sorta di anfiteatro comprendente un bel mulino bianco, che ospita più di mille varietà di cactus provenienti da tutti i paesi del mondo.
Io ci sono rimasta una intera mattinata, emozionata come una bambina nell’osservare le buffe forme di queste piante davvero straordinarie, perfettamente conservate e disposte nell’ambiente in modo molto armonico.
Inoltre, il Jardin de Cactus offre un piccolo negozio di souvenir, dove ho comprato degli ottimi sali da bagno all’aloe (altra pianta simbolo dell’isola) ed un grazioso bar/ristorante, in cui ho mangiato un gustoso hamburger di cactus, molto vegan!

 

 

Jameos del Agua è invece un complesso di grotte sotterranee formatesi in seguito ad una eruzione vulcanica. La conseguente solidificazione della lava ha portato alla formazione di un tunnel lavico che è poi crollato creando dei buchi attraverso la quale trapela la luce. Da qui il termine jameo, ossia “foro che si presenta a causa del crollo del tetto”.
Jameos del Agua è unico anche perchè è l’unico luogo al mondo dove è possibile vedere i minuscoli granchi albini ciechi, che nuotano indisturbati nutrendosi di plancton.
Questa opera d’arte dedicata alla natura ed alla cultura è costituita da un giardino botanico, un auditorium, un ristorante, piste da ballo ed una favolosa piscina.

L’interno del Jameo del Agua
I piccoli granchi bianchi
La piscina del Jameo del Agua

Il tour nel Parco Nazionale del Timanfaya

Anche il “diavoletto” che si trova all’entrata del Parco Naturale di Timanfaya è opera del caro Manrique e sta ad indicare quanto siano focose le montagne vulcaniche che costituiscono questa terra rossa e nera dall’aspetto lunare.
Essendo riserva della Biosfera dell’Unesco, l’unico modo per visitarlo è con i pullmann autorizzati.
Io ho deciso di acquistare un tour di una giornata intera, che comprendeva anche altre interessanti tappe: El Golfo e il Lago Verde; le Salinas del Janubio e Los Hervideros; il Mirador de Los Helechos.
Durante la visita al Timanfaya si può anche fare un giro sui cammelli (dromedari), che io ho evitato a pie pari, data che sono gli unici animali al mondo a cui sono sicura di non stare per niente simpatica.

Il diavoletto del Timanfaya
Il paesaggio lunare
La gita sui cammelli

El Golfo e il Lago Verde fanno appunto parte di una delle altre soste del tour e formano un altro esempio dei panorami unici di Lanzarote.
Arrivati qui vedrete come il rosso delle rocce vulcaniche, il nero delle spiagge, il verde smeraldo di un lago e l’intenso turchese del mare convivono in perfetta armonia.

Le acque verdi del lago
Le rocce e la spuma delle onde de El Golfo

 

Le  Salinas del Janubio sono un agglomerato di saline di origine vulcanica, che si estendono vastamente tra un promontorio panoramico e la spiaggia. Nei tempi che furono il sale era molto importante per l’economia dell’isola e comunque lo erano anche i cammelli (diamogliene merito), introdotti dall’Africa del Nord ed usati nell’agricoltura.

Vista sulle estese saline

Nell’ultima tappa del tour sono scesa in prossimità del comune di Harìa nella parte nord dell’isola.
Lì si trova il Mirador de Los Helechos, un punto panoramico dal quale si può osservare la famosa Valle delle mille palme, uno dei migliori palmeti di palma autoctona delle isole Canarie.

La Valle de las Mil Palmeras

In conclusione posso tranquillamente dirvi che Lanzarote è un luogo che mi è rimasto nel cuore e dove non vedo l’ora di ritornare, soprattutto poichè sono ancora molte le cose da visitare.
Forse ciò che ha reso questo viaggio per me tanto speciale è stato proprio l’averlo vissuto da sola, in uno stato di completa armonia con me stessa e con le mie emozioni.
Quindi ragazzi e ragazze, spiccate il volo e, se non l’avete mai fatto, partite da soli! Vi renderete conto di quanto questa esperienza può fare accrescere l’autostima ed aprire la mente.
E poi… vi amerete ancora di più.

 

 

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